C’è sicuramente qualcuno lassù che ci ha lasciati provocando un vuoto profondo nel nostro io interiore.
Non tutte le persone se ne vanno nello stesso modo.
E’ più “facile” elaborare la perdita di una persona cara diagnosticata da tempo, oppure di chi se ne va così, all’improvviso?
Beh, difficile dare una risposta. Partiamo dal presupposto che di facile, quando parliamo di argomenti così delicati, non c’è ovviamente nulla.
Sapere che una persona si sta lentamente spegnendo, ci da l’opportunità di razionalizzare la sua perdita. In un certo senso abituarsi e farsene una ragione. E’ bruttissimo parlare in certi termini, ma il nostro cervello ha bisogno di cercare riparo di fronte alle tragedie. Dietro piccoli scogli, come se fossero appigli.
Molto spesso invece, chi ci ha lasciati senza la possibilità di dirgli addio ci affida un compito ancora più difficile.
Riempire un vuoto a cui non eravamo pronti, può essere massacrante. Molto spesso questo senso di impotenza viene accompagnato da grossi rimpianti. Un angoscia per le cose non dette, le parole tenute dentro. La mancata opportunità di dire addio a chi amamiamo. Tutto questo è logorante.
Tutto passerà. Ci vuole tempo. Il tempo è una medicina che inesorabile cura il nostro dolore, che affievolirà senza che noi ce ne rendiamo conto. Non sarà facile, tanto meno rapido.
Cosa possiamo fare per contrastare il dolore senza farsi affossare?
La prima cosa è non fossilizzarsi sul giorno della perdita, sulle cose non dette. Cercare con la mente di ripercorrere i momenti belli passati insieme, quelli che ci hanno fatto star bene e ci strapperanno un sorriso.
Stare vicini alle persone care che condividono con noi il dolore.
Non colpevolizzarsi per le cose non dette. La persona che ci ha lasciati sicuramente sapeva quanto l’amassimo e ricambiava questo nostro grande sentimento.
Non dimentichiamola. Onoriamola dei nostri più dolci ricordi, e questa persona vivrà in eterno dentro al nostro cuore.
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Avevo diciotto anni quando ho conosciuto la mia sposa,siamo stati fidanzati otto anni ci siamo sposati portando la mia sposa vergine all’altare,siamo stati sposati 56 anni promettendoci continuamente che chi moriva di noi due per primo doveva morire con la mano nella mano dell’altro. Un brutto giorno ho dovuto portare mia moglie all’ospedale per una emorragia interna. Sono stato con lei in ospedale dallev12 alle 22 ininterrottamente poi mi hanno fatto andare a casa perché la mia Nina,per mancanza di letti ,è stato messa in una corsia adagiata su una lettiga in corsia nel reparto donne. Alle due di notte ho ricevuto l’avviso ,da una mia nuora che era restata con lei , che avevano portato Nina in sala di rianimazione, quando sono arrivato già’ è salita al cielo senza poterci dare l’ultimo addio che ci eravamo promesso. Sono trascorsi quasi dodici anni dal quel giorno ed io sento, sempre, più’ forte il rammarico ,il dolore, ed un Amarissimo senso senso di colpa.
Antonio, credo che tua moglie fosse fortunata ad averti accanto. Devi superare il senso di colpa perché il tuo amore era puro e nessuna persona al mondo potrebbe chiedere di più
Questo brano è proprio a tema,ascoltatelo vi sorprenderà.
https://youtu.be/veduSwiQNk4
Ciao,sono 3 anni che mio marito e volato in cielo,aveva solo 50 anni,siamo andati a letto dopo una partita a carte, abbiamo chiacchierato un po’ prima di addormentarci,la mattina seguente mio marito non c’era più respirava a fatica,prima che arrivassero i medici ha smesso di respirare, da quel giorno sono morta dentro lui era tutto per me, solo lui sapeva calmarmi,mi faceva sentire una regina accanto a lui, da quel giorno vivo con i sensi di colpa,forse ha chiesto il mio aiuto? Io dormivo non lo sentito, forse avrei potuto aiutarlo, mi manca, senza di lui la mia vita e diventata buia, ho la fortuna di avere 3 figli che mi stanno sempre accanto,ormai vivo solo per loro.
Signora, la capisco perfettamente. Deve farsi forza per i suoi figli che sicuramente la adorano ed è un ottimo motivo per andare avanti. Sicuramente suo marito le sta vicino dal cielo