Era Giulia.
La sua voce era diversa, più dolce, più sincera.
“Mamma, mi dispiace. Ho sbagliato. Possiamo ricominciare?”
Ho chiuso gli occhi, sospirando. Il dolore che mi aveva causato non poteva sparire con una semplice telefonata, ma forse… c’era ancora una speranza.
“Giulia, non è mai troppo tardi per cambiare. Possiamo ricominciare, ma il rispetto e l’amore devono venire prima di tutto.”
Mia figlia voleva mandarmi in una casa di riposo: un nuovo inizio
Da quel giorno, Giulia ha iniziato a visitarmi più spesso. Era diversa, più attenta, più presente. Con il tempo, ha perfino iniziato a parlare e scherzare con la signora Rosa.
Aveva capito che l’amore per un genitore non si misura in soldi, ma in affetto, rispetto e presenza.
Oggi, mentre osservo il tramonto dalla mia finestra, mi sento in pace. Ho imparato che non bisogna mai avere paura di difendersi, di pretendere rispetto e di insegnare agli altri il vero significato della famiglia.
A 90 anni, sono ancora padrona della mia vita. E questa è la più grande vittoria.
Cosa avresti fatto al posto mio?
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