Un bimbo di soli 9 anni bullizzato a scuola solo perché affetto da nanismo.
E’ l’ennesimo episodio di un Mondo troppo spesso spettatore di vicende drammatiche.
Si sa, i bambini sanno essere splendidi grazie al loro cuore puro e la loro straordinaria trasparenza. Tuttavia purtroppo accade anche che siano protagonisti di gesta orribili. La società, a partire dalle scuole e soprattutto dall’educazione dei genitori dovrebbe evitare il susseguirsi di episodi di cattiveria gratuita e bullismo come quello che stiamo per raccontarvi.
Quaden Bayles è un bambino di Brisbane, Australia, di soli 9 anni affetto da acondroplasia, un disturbo genetico che provoca nanismo.
La mamma Yarraka ha trovato la forza di raccontare tramite un video l’atroce realtà che sta vivendo la famiglia, e il piccolo in prima persona.
Nella clip Quaden singhiozza dentro l’auto dopo l’ennesimo episodio di bullismo e derisione a causa della sua altezza. “Vorrei poter pugnalarmi nel mio cuore”, dice il bambino disperato. “Voglio che qualcuno mi uccida”.
Bullizzato dai compagni perché affetto da nanismo: episodi di cui non vorremmo mai sentire parlare.
“Voglio che le persone lo sappiano, questo è l’effetto del bullismo. Questo è ciò che fa il bullismo. Basta solo un altro istante e poi ci chiediamo perché alcuni bambini si uccidono”.
La mamma teme per la vita del proprio figlio. Disperata e terrorizzata dall’idea che possa tentare di togliersi la vita, spera attraverso questo video di trovare conforto, aiuto e speranza.
“Voglio che le persone sappiano quanto questo ci fa male come famiglia. Devo tenerlo costantemente d’occhio a causa dei tentativi di suicidio”, afferma in lacrime.
Il dettaglio più preoccupante e doloroso di questa amara storia è che Quaden ha già tentato di togliersi la vita all’età di sei anni.
“Non voleva che la gente sapesse quanto lo stesse colpendo. E’ così forte e fiducioso, ma ci sono momenti come questi in cui lo vedi semplicemente sgretolarsi. È stato straziante guardare, mi ha fatto sentire impotente“, ha spiegato la Bayles.
Le immagini sono diventate virali e non è mancata la solidarietà da parte della comunità. Anche personaggi pubblici come gli atleti della lega di rugby professionistica australiana e l’attore australiano Hugh Jackman hanno espresso attestazioni di stima e affetto verso Yarraka e il suo bambino.
Speriamo che l’ennesimo caso di cattiveria e bullismo diventato virale serva davvero a sensibilizzare l’opinione pubblica. Che sia l’inizio di un programma educativo che metta un freno ad episodi come questo.