Una sera, Giorgia mostrò a Jeff una vecchia foto dei suoi genitori. Lui impallidì, le mani tremanti.
“Tua madre…” sussurrò, poi si alzò e uscì dalla stanza senza aggiungere altro.
La mattina dopo, era sparito. Sulla tavola rimase solo il piccolo pacco marrone che portava sempre con sé.
Giorgia lo aprì e trovò una foto e una lettera. La foto mostrava Jeff da giovane, con un neonato in braccio. Sul retro c’era scritto: “Jeff e Giorgia, 1986.”
Le mani di Giorgia tremarono mentre leggeva la lettera. Jeff confessava di essere suo padre. Raccontava del suo amore per sua madre, degli errori che lo avevano allontanato e di come avesse trascorso anni a cercarla. Aveva riconosciuto Giorgia fin dal primo incontro, ma non aveva trovato il coraggio di dirglielo.
“Ti amo, Giorgia. Spero che un giorno tu possa perdonarmi,” concludeva la lettera.
Abbiamo ospitato un senzatetto: il perdono che guarisce
Sconvolta, Giorgia affrontò sua madre, che tra le lacrime ammise la verità. Per settimane, Giorgia cercò Jeff, finché un giorno lo trovò su una panchina.
“Jeff,” lo chiamò dolcemente.
Lui alzò lo sguardo, colmo di rimorso.
“Giorgia… Non pensavo di meritare di vederti di nuovo.”
Giorgia si sedette accanto a lui e gli prese la mano.
“Forse non lo meritavi. Ma ora sei qui, ed è questo che conta.”
Jeff aveva gli occhi pieni di lacrime.
“Puoi perdonarmi?”
Giorgia lo abbracciò forte: “Ti ho già perdonato.”
Da quel giorno, Jeff entrò davvero a far parte della sua vita. I suoi nipoti lo adoravano e “Nonno Jeff” trovò finalmente la famiglia che aveva perso. Il cammino verso la guarigione non fu facile, ma ogni passo valse la pena.
A volte, le seconde possibilità non riguardano chi le merita, ma l’amore e la volontà di lottare per esso.
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