Il mio vicino disabile non sorrideva mai: il potere di un nobile gesto

Il mio vicino disabile non sorrideva mai
Storie di vita

Il mio vicino disabile non sorrideva mai: poi la nostra amicizia ha cambiato tutto

Alcune persone vivono, altre sopravvivono. Antonio, il mio vicino di casa, sembrava appartenere alla seconda categoria. Ogni giorno lo vedevo sulla sua sedia a rotelle, con lo sguardo perso nel vuoto, senza mai un sorriso. Non parlava quasi con nessuno. Finché un giorno, un semplice gesto ha cambiato tutto.

Un nuovo inizio e un vicino misterioso

Dopo la scomparsa di mio padre, mi trasferii nella sua vecchia casa con i miei due figli, Ashton e Adam, di 12 e 14 anni. Era un nuovo inizio, ma il dolore della perdita e il peso della responsabilità erano schiaccianti.

La casa accanto alla nostra apparteneva a Antonio, un uomo anziano e solitario. Ogni mattina lo vedevo sulla veranda, immobile, osservando la strada come in attesa di qualcosa che non sarebbe mai arrivato.

“Buongiorno,” gli dicevo ogni giorno.

“Buongiorno,” rispondeva lui. E nulla più.

Era come se il tempo si fosse fermato per lui.

Il mio vicino disabile non sorrideva mai: un incontro che ha cambiato tutto

Tutto cambiò quando i miei figli portarono a casa qualcosa che avevo sempre evitato: un cucciolo di pastore tedesco.

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“Mamma, possiamo tenerlo?” chiesero con gli occhi pieni di speranza. Dopo una breve esitazione, accettai. Lo chiamammo Fido.

Poche settimane dopo, mentre passeggiavamo con Fido davanti alla casa di Antonio, accadde qualcosa di inaspettato.

“Signora, posso parlarle un momento?” disse Antonio, con un filo di voce.

Mi fermai, sorpresa. Era la prima volta che mi rivolgeva più di un semplice saluto.

“Addestravo pastori tedeschi quando ero nell’esercito,” continuò, con uno sguardo nostalgico. “Posso accarezzarlo?”

Annuii, e osservai mentre la sua mano tremante accarezzava il pelo morbido di Fido. In quel momento vidi qualcosa di straordinario: Antonio sorrise.

Era la prima volta che lo vedevo sorridere.

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