La quarantena. Questa indesiderata sconosciuta.
Siamo onesti. Chiunque di noi si è lamentato almeno una volta della situazione attuale.
Perché senza girarci intorno, stare chiusi in casa alla lunga è snervante.
La nostra casa. Tutta la vita a rimpiangere di non aver abbastanza tempo per godersela. Sempre di fretta, sempre tra mille impegni e pensieri. Poi arriva il momento in cui poter vivere a pieno ogni momento della giornata tra le quattro mura domestiche.. e.. e non è quello che vogliamo.
Un po’ fa parte della natura umana. Desiderare sempre quello che non si può avere. Cosa c’è di più bello di una giornata di ferie passata a riposarsi. Facendo la spola tra letto e divano.
Ma quando poi le cose diventano forzate, beh, prendono tutto un altro sapore.
E’ tutto normalissimo e nessuno vuol fare prediche o morali.
Basta lamentele: un pensiero a chi è in quarantena da una vita.
Ma per un attimo, un solo istante, pensiamo a chi questa condizione la vive da sempre.
Approfittiamo del tanto, troppo tempo libero per pensare. Riflettere. Ora possiamo. Dobbiamo.
Dobbiamo pensare alle persone più sfortunate. A chi una casa dove rispettare, sbuffando, questa odiosa quarantena non ce l’ha proprio.
Ai bambini di quei paesi talmente poveri, dove il coronavirus non è nemmeno una minaccia. Perché tanto ogni giorno fame, guerre e carestie si portano via molte più vite umane.
Alle persone con certi tipi di disabilità, per le quali ogni santo giorno uscire di casa diventa un’impresa.
Agli anziani abbandonati nelle proprie abitazioni, nelle proprie difficoltà. A quelli
che trascorrono nella solitudine gli ultimi anni della propria vita. E a quelli nelle Case di Riposo che non ricevono la visita di un parente, di una persona cara, di un volto familiare.
Il Mondo, purtroppo, è costipato di situazioni veramente tragiche. Se per un mese, o quel che sarà, saremo costretti nelle nostre case in salute e con tutti i comfort, non saremo certo ricordati come martiri.
Quindi cerchiamo di essere ottimisti e grati alla vita per tutto quello che ci ha dato. E smettiamo di lamentarci. Le persone veramente sfortunate sono altre. Riflettiamo.