Coronavirus: ecco gli errori commessi e i lati oscuri dell’epidemia

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Coronavirus: luci e ombre sull’emergenza che sta scoppiano in Italia.

Partiamo dal presupposto che non siamo dei virologhi e non vogliamo sostituirci agli addetti ai lavori. Ne tantomeno dei complottisti.

Però è evidente che nella gestione dell’emergenza sorgono grossi dubbi. Ma anche verità omesse e punti oscuri.

La versione ufficiale vede la provenienza di questo virus dal mercato del pesce di Wuhan. Inutile dire che lasci molto perplessi.

E a confermare questa tesi vi sono le proteste del governo Cinese della fine della primavera scorsa. I cinesi lamentavano proprio l’invio di campioni di virus letali a Wuhan da parte di un laboratorio canadese. Risulta veramente difficile pensare ad una coincidenza.

Un altro spunto di riflessione viene dal fatto che il coronavirus viene descritto come un mix di virus, più o meno letali. Tutto questo può nascere naturalmente? Oppure si tratta di qualche errore di laboratorio o manovra pilotata?

Questi dubbi celati dietro punti di ombra probabilmente rimarranno solo domande prive di risposta per noi comuni mortali.

Ciò che invece è sicuro è che il coronavirus, complici errori nella gestione emergenza, si sta diffondendo anche in Italia.

A tal proposito ha parlato Walter Ricciardi membro del consiglio esecutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità.
”Grave errore, non mettere in quarantena le persone arrivate in Italia dalla Cina” ha dichiarato il rappresentante dell’OMS. E poi l’accusa:” Una scelta non scientifica, entro due settimane sapremo se saremo di fronte a un’epidemia”.

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Il rischio che i focolai diventino un’epidemia è concreto. A monte un errore amministrativo nella gestione dell’emergenza. Chi sbarcava dalla Cina doveva essere messo da subito in quarantena.

Adesso che in Italia stanno aumentando i casi, si dovrà lavorare perché dei singoli casi isolati non si trasformino in epidemia. L’allarme contagio sta allarmando tutto il Paese. Una gestione diversa avrebbe potuto evitare tutto questo.

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